Un giorno fu il “… Va, pensiero sull’ali dorate…” eseguita dal Corpo Bandistico “G. Verdi” che s’inerpicò su per gli stipiti dei pilastri dei Portici del Grano, per ricadere dalle volte sulle nostre teste dalle menti inebriate. Poi successe la sera di una mite primavera inoltrata, con l’aerale della città che odorava intensamente del profumo dei tigli fioriti, che sul sagrato del Duomo lo stesso corpo bandistico si ripropose nelle arie verdiane.
All’angolo di Strada Farini due ragazzi, lei con il violino a spalla, lui con le mani su una tastiera, facevano ballare un papà con la sua bimba. Il coro delle signore con un fazzolettone rosso al collo sotto i portici dell’Ospedale Vecchio intonavano con inusitata foga “Bella ciao” il 25 Aprile.
Il fisarmonicista appostato sullo sgabellino lungo Strada al Duomo o in Piazza strusciava valzer viennesi per i turisti. La soprano alle 13:00 in punto s’affacciava dalla balconata del Regio per stupire gli ignari passanti con i suoi gorgheggi. Orchestrine itineranti, gruppi musicali, solisti intraprendenti: le vie di Parma sono la musica.
Allora, su quelle note, se ben si osserva, da dietro le quinte, ecco irrompere sul proscenio loro: “le ballerine”. Le torri e i campanili di Parma. L’ombra attorno, gli “occhi di bue” o l’ultimo sole le inondano di luce protagonista. Le osservi danzare nella luce, mentre ascolti tutta quella musica che s’insinua per i borghi, svicola nelle strade, s’invola leggera nel cielo sopra Parma.