Andrea Calestani Photographer

Milano

A Milano sono stato tante cose: occasionale visitatore; lavoratore pendolare; qualche ospitata da amici; protagonista mio malgrado di estenuanti tour-de-force fieristici; intraprendente partecipante a convegni e seminari; negli anni studente a tempo indeterminato per aggiornamento professionale.

Ci sono stato tante volte, di fretta, senza mai fermarmi ad osservarla. Anzi, soffrendo il suo incomprensibile ed eterno caos. Sospirando di sollievo ogni qual volta, la sera, oltrepassato l’intricato formicaio della Centrale mi sprofondavo nel sedile del primo treno per il rientro.

Poi la quiescenza mi ha regalato un’altra Milano. Allora, con la macchina fotografica a tracolla, ho ripercorso gli stessi conosciutissimi luoghi, riapparsi di nuova luce. Poi ho cercato luoghi che mai avevo immaginato esistessero, avulsi nella grande metropoli.

Procedendo con lentezza, per guardare, osservare, fotografare. L’esatto contrario di quel che mi accadeva nelle frenetiche puntate dell’altra vita.
Come mi capita per il vissuto e fotografato dentro un luogo, anche in questo caso sono state le innumerevoli comparse di quell’eterno teatro della strada ad occupare la mia immaginazione fotografica: i lavoratori dei nuovi mestieri, gl’immancabili turisti della griffe, il milanese della nuova multietnica gentrificazione.

Un lato giovane, indubbiamente moderno … e uno antico. Come quello che m’apparve, sorprendente per lo stupore, il giorno che ho messo piede sull’Alzaia del Naviglio Grande al Centro dell’Incisione. Ma questa è la pagina successiva.

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